IL DOTTOR POLIMENI ed AUTOREVOLI SPECIALISTI di REGENERA R.G. PROTAGONISTI al CONGRESSO DEDICATO all'INVECCHIAMENTO di SUCCESSO della DONNA-OSPEDALE S.PIETRO-FATEBENEFRATELLI-ROMA 10-12 NOVEMBRE-


 IL DOTTOR POLIMENI ed AUTOREVOLI SPECIALISTI di REGENERA R.G. PROTAGONISTI al CONGRESSO DEDICATO all'INVECCHIAMENTO di SUCCESSO della DONNA-OSPEDALE S.PIETRO-FATEBENEFRATELLI-ROMA 10-12 NOVEMBRE-

IL DOTT.POLIMENI PRESENTERA' UNA RELAZIONE sui DISTURBI del SONNO in MENOPAUSA, STRESS,AGING e PATOLOGIE CORRELATE.

NEL CORSO DEL CONGRESSO VERRA' PRESENTATO L'ULTIMO LIBRO SCRITTO DAL
DOTT.POLIMENI con il DOTT.SPONZILLI ed il DOTT.FRATTO dal titolo ANTIAGING,DONNA e MENOPAUSA  ediz. MEDITERRANEE -ROMA-


Comunicato Stampa

 a cura di Osvaldo Sponzilli: presidente del Congresso - Responsabile dell’Ambulatorio di Medicina Anti-Aging Ospedale San Pietro FBF -  Docente Università Tor Vergata Roma
Congresso “Anti Aging Donna e Menopausa”:                              Viaggio nelle nuove frontiere dell’Anti Aging.
 
Focus: Anti Aging femminile
 
La medicina anti invecchiamento è fondamentalmente medicina preventiva da  attuarsi dai 30 anni in poi attraverso l’alimentazione, l’esercizio fisico moderato, la respirazione, la meditazione e il rilassamento e l’integrazione e la stimolazione di quei fattori organici che man mano nel corso della vita divengono deficitari.
Si tratta di un vero e proprio passaggio da una medicina della malattia a una medicina preventiva e predittiva. Il vero obiettivo è condizionare i processi di  invecchiamento operando in maniera olistica attraverso azioni finalizzate ad impedire o ridurre il rischio, ossia la probabilità che si verifichino eventi non desiderati.
Con Anti Aging Donna e Menopausa focaliziamo l’attenzione  sulla donna in tutte le fasi del suo divenire con particolare attenzione al difficile momento della menopausa in cui vari meccanismi fisiologici subiscono trasformazioni con nuovi adattamenti del corpo e della mente.  È ormai risaputo che uomo e donna presentano profonde differenze, per cui diversi dovranno essere i regimi alimentari tra i due sessi, così come le dosi di vitamine. Anche gli effetti  dei differenti ormoni è totalmente diverso nell’uomo e nella donna.
Non dimentichiamo poi che il cervello femminile è completamente diverso da quello maschile  nel suo funzionamento e nel modo di approviggionarsi di energia. Tutte queste recenti scoperte avranno una notevole  ripercussione sulla terapia e sulla prevenzione delle malattie. Dovremo quindi apprendere a modulare le dosi secondo i sessi, perché uomo e donna sono differenti:
Le donne hanno un’incidenza 6 volte superiore rispetto agli uomini per le malattie della tiroide.
Il polmone femminile è molto più sensibile agli ormoni sessuali femminili che possono favorire il cancro del polmone.
Il testosterone ha un effetto antinfiammatorio nell’uomo, ma questo stesso effetto nella donna dopo la menopausa ha azione infiammatoria.
L’estradiolo ha effetto protettivo sulle arterie nellea donna prima della menopausa, mentre non ha assolutamente lo stesso effetto nell’uomo.
Uomini e donne sono molto differenti per quel che riguarda l’ipertensione arteriosa.
Quindi il nostro approccio ai trattamenti ormonali, vitaminici e con integratori dovrà ben presto modularsi in base al sesso e all’età.
 
 
 
I temi del Congresso
 
I temi fondamentali del Convegno sono la Sindrome metabolica e il ruolo dell’insulina, paratormone, aldosterone e cortisolo nella costellazione sintomatologica della menopausa (Vincenzo Aloisantoni e Lucia Gasparini); la neurodegenerazione con i possibili approcci nutrizionali, di attività fisica e gestione dello stress (Francesco Bottaccioli). Il mantenimento dell’armonia ormonale generale e dei ritmi ormonali circadiani e il corretto equilibrio tra assi ormonali sono cofattori per un invecchiamento di successo (Ascanio Polimeni). Marigliano e il suo gruppo nell’ambito della “medicina di genere” rilevano la necessità di valutazioni individuali sia genetiche sia fisiopatologiche sia diagnostiche e terapeutiche per tutto il corredo clinico dell’invecchiamento. Valenti propone il termine “syncrinology” per definire l’equilibrio tra ormoni anabolici e catabolici per un buon processo d’invecchiamento. Alessandro Genazzani riferisce sugli effetti del trattamento con DHEA durante la menopausa. Altri argomenti di grande interesse sono la nutrigenomica (Matteo Cerboneschi) e gli effetti della radiazione LED per il fotobioringiovanimento della pelle (Osvaldo Sponzilli).
Per finire in un approccio multidisciplinare dove omeopatia, agopuntura e auricoloterapia, antroposofia e organoterapia, cosmetica ormonale, e SAT terapia si confrontano con fototerapia e nuove tecnologie, unite per aiutare l’essere umano in ogni fase della propria vita.
 
 
 
Gli 8 punti di attualità della medicina anti Aging
 
1. Grasso ed invecchiamento
 
Il 50% della popolazione dei paesi industrializzati è sovrappeso o obesa. Circa 1,6 miliardi di esseri umani sono in questa situazione, e questa popolazione è in costante aumento. 300 milioni di persone sono considerate come obese con un BMI superiore a 30.
Anche il numero di ragazzi in aumento ponderale è in costante aumento e questo dato è fortemente preoccupante in quanto  il numero di adipociti che possediamo si determina nell’infanzia ed adolescenza, e resta relativamente costante nell’età adulta, altrettanto bene nei magri come negli obesi con peso stabilizzato.
Alcune cause sono state identificate come squilibri alimentari precoci, un cattivo bilanciamento tra calorie ingerite e spese, o uno stato socio-economico sfavorevole, delle cause genetiche, ambientali ecc.
Il modo di vita contemporaneo si presta molto facilmente alle influenze della pubblicità, dei pasti rapidi, già pronti, senza discernimento. Diviene quindi sempre più evidente che l’educazione sanitaria nutrizionale in senso largo dovrà prendere un posto preminente nell’educazione.
Per molto tempo abbiamo considerato il grasso come un settore di stoccaggio pressoché inerte. Sappiamo ora che si tratta di un organo estremamente vivo, che influenza sfortunatamente il cervello, i reni, il cuore, ecc. 
Il grasso dialoga con tutto il sistema PNEI e può  contribuire notevolmente alla nostra rovina.
Secondo il NHANES il 78% degli uomini ed il 68% delle donne con più di 60 anni sono in sovrappeso o obesi (BMI ≥ 25 Kg/mq). Questa rappresenta la più alta prevalenza di tutte le fasce di età.
Le donne mobilizzano naturalmente molto peggio il loro grasso rispetto agli uomini, perché hanno meno testosterone, e soprattutto le loro cellule grasse sono metabolizzate molto più lentamente rispetto agli uomini, da 3 a 7 volte meno.
Ma un eccesso leggero di grasso è necessario alla donna come tessuto di riserva in gravidanza. D’altro canto il grasso aumenta anche normalmente un po’ dopo la menopausa; in effetti secerne degli estrogeni, la qual cosa compensa parzialmente la secrezione di estrogeni da parte delle ovaie.
La leptina, ormone della sazietà, è secreta dagli adipociti. Potremmo quindi supporre che gli obesi  ne possiedono molta; ciò è vero. Ma il problema è che la leptina non gioca più il suo ruolo, si assiste a una resistenza alla leptina che non riesce più a penetrare il cervello per dare informazione di sazietà, e noi non ne sappiamo ancora il perché.
In caso di sovraccarico di grasso è un po’ come se il dialogo del grasso non si fa più con il cervello, ma sfortunatamente con gli altri organi, che divengono sensibili all’inverso del cervello che diviene insensibile.
Vediamo quindi un duplice ruolo dei grassi, ma al tempo stesso una notevole capacità di influenzare, dando ordini a altri organi.
 
2. Infiammazione ed invecchiamento
 
L'infiammazione molecolare può considerarsi a pieno titolo una caratteristica biologica di invecchiamento e il termine "infiammazione molecolare" differenzia patologiche alterazioni molecolari causate da infiammazione cronica, dalla risposta infiammatoria legata alle attività fisiologiche. Il leggero aumento dei marker infiammatori è associato con varie condizioni croniche d’invecchiamento, come: malattie cardiovascolari, diabete, sarcopenia, fragilità, disabilità fisica e declino cognitivo. Un certo numero di marcatori infiammatori, in particolare l'interleuchina-6 (IL-6), il fattore di necrosi tumorale alfa (TNF-alfa) e la proteina C-reattiva (PCR) sono regolarmente presenti nelle malattie croniche legate all'età e alla disabilità. Numerosi studi hanno dimostrato che i livelli di diverse citochine ma soprattutto di IL-6 e TNF-alfa, aumentano con l'età anche in individui apparentemente sani e in assenza di infezione acuta. 
Questo fenomeno con l’età è determinato dall’aumento del grasso totale e dell’adiposità viscerale, da squilibrio multi-ormonale dopo la menopausa e l'andropausa, dai disturbi del sonno, da infezioni subcliniche croniche e sovraccarico antigenico, da dolore cronico e sindromi infiammatorie, dal fumo, dalla malnutrizione e l'inattività fisica.
Anche il danno ossidativo caratteristico dell’invecchiamento, amplifica ulteriormente la risposta infiammatoria, essendo un altro meccanismo che produce aumento del livello di questi marcatori.
L’invecchiamento  è accompagnato anche da una disregolazione generale 
della funzione del sistema immunitario, comunemente indicata come  senescenza del sistema immunitario. 
 
 
 
3. I sensi e l‘invecchiamento.
 
L’invecchiamento sensoriale è ben conosciuto per quel che riguarda udito e vista, ma i nostri sensi appaiono sempre più come marcatori sottili di segni precursori di malattia.
È quindi interessante servirsi di questi avvertimenti sensoriali per prevenire certe malattie.
Per quel che concerne la voce, delle moderne tecniche  permettono di osservare l’evoluzione del timbro e della qualità nel corso degli anni. Sappiano da poco tempo che il timbro della voce varia in funzione del tasso ormonale (variazione nel corso del ciclo femminile, con una fase armonica nell’intorno dell’ovulazione e una disarmonia durante il mestruo).
Menopausa ed andropausa sono dei periodi di modificazione profonda delle armoniche vocali.
In certe malattie neurodegenerative come la malattia di Parkinson, l’olfatto ed il gusto sono modificati molto prima della manifestazione dei segni clinici (80% dei casi). Inoltre queste alterazioni aumentano quando la malattia progredisce. Gusto ed olfatto sembrano dunque correlati alle alterazioni cognitive.
È risaputo inoltre che certi odori sono caratteristici di alcuni tumori della prostata. Ciò è ugualmente vero per il cancro del colon retto o il tumore delle ovaie.
 
 
 
4. La voce e l’invecchiamento
 
La presbiofonia è dovuta ad alterazione meccanica delle corde vocali dovuta all’età e può necessitare, se la conseguenza sociale e psicologica è importante, una strategia terapeutica ortofonica e talvolta fonochirurgica fino al lifting delle corde vocali.
Non dimentichiamo comunque che l’orecchio e l’audizione pilotano la voce e quindi il primo gesto terapeutico deve essere il controllo dell’udito per verificare se siano necessarie delle protesi acustiche.
Ci può essere atrofia delle corde vocali, una alterazione delle vibrazioni della mucosa vocale e infine, una perdita di lubrificazione con secchezza laringea molto frequente in menopausa. È essenziali in questi casi un intervento medico che spesso comporta un trattamento del reflusso faringo-laringeo, di una rinite allergica secodaria all’inquinamento delle nostre città e non ultimo un apporto di supplementi polivitaminici e minerali.
Per evitare la mascolinizzazione della voce e la presbiofonia precoce il trattamento ormonale sostitutivo è spesso indispensabile.
Nell’uomo l’iniezione di testosterone ha permesso di ottenere ottimi risultati senza intervento chirurgico, ma resta una indicazione particolare che necessita di un bilancio prostatico preciso nei pazienti settantenni.
In caso di fallimento dell’ortofonia e/o di trattamenti medici e persistenza di una atrofia delle corde vocali l’iniezione endoscopica nelle corde vocali di sostanze inerti può dare ottimi risultati. Questo tipo d’intervento si fa in anestesia generale attraverso la via buccale. Non è invasiva e si pratica al microscopio in videochirurgia. Anche se molti hanno proposto l’iniezione di grasso autologo, i materiali inerti che sono attualmente i più appropiati sono da una parte, l’iniezione di collagene, di idrossiapatite  e ancora di acido jaluronico. I risultati sulla voce sono assai soddisfacenti, permettono un allungamento significativo del tempo fonatorio massimo e una vibrazione della mucosa cordale efficace senza caduta negli acuti.
In circa  il 30% dei casi una seconda iniezione è necessaria nell’arco di 1-3 anni. 
Questi pazienti possono così riscoprire il mondo della discussione con gli altri, di ritrovare la vita sociale ed il piacere della voce parlata e cantata.
 
5. Invecchiamento e telomeri
 
I telomeri sono piccoli pezzi di DNA all’estremità dei cromosomi. Se ne perdono a ogni divisione cellulare.
Le nostre cellule cutanee così come quelle dell’immunità, li perdono più velocemente di  quelle del cuore o del cervello. Una cellula senza telomeri può o morire o diventare vecchia. È quindi logico che la ricerca tenda a trovare dei mezzi per prolungare la vita dei telomeri. La persistenza dei telomeri può ritenersi non solo un segno di longevità, ma soprattutto un segno che influenza la qualità della vecchiaia e della vita in generale.
Uno studio giapponese attualmente in corso mostra che una popolazione vivente ad una certa altezza (vicino a Nagano), ho un’ottima conservazione telomerica. È stato studiato lo stile di vita di questa popolazione e si è visto che influisce preponderalmente nella conservazione telomerica. Vivono in comunità raggruppando sullo stesso tetto più generazioni, dove i più anziani coltivano e preparano le verdure per la loro famiglia, fanno un moderato esercizio fisico quotidiano e si nutrono con alimenti ed acque naturali. Sembrerebbe che il fattore più importante per la preservazione telomerica sia la qualità della loro relazione sociale.
 
 
 
6. Correlazione tra vita fetale ed invecchiamento
 
È risaputo che la fase della vita più sensibile ai fattori inquinanti e tossici corrisponde al periodo fetale e alla pubertà. 
Sembrerebbe che gli inquinanti organici permanenti siano implicati in una parte delle obesità, del sovrappeso, e del diabete.
Sappiamo anche che molte donne hanno difficoltà a fabbricare Omega 3 e 6, e quindi andranno integrate di questi alimenti durante la gravidanza, perché gli acidi grassi sono essenziali per il cervello del feto e per la sua evoluzione verso l’età adulta. Non solo ma proteggono dalle allergie e stimolano il sistema immunitario.
La vitamina D, in carenza in gravidanza, favorisce l’arteriosclerosi dell’adulto.
La gravidanza è quindi un periodo da tener d’occhio essendo essenziale per la prevenzione delle malattie dell’adulto.
 
7. Invecchiamento e ipotiroidismo
 
Un ruolo essenziale nei processi di invecchiamento è svolto dalla ghiandola tiroide. Essa infatti subisce parecchi cambiamenti anatomici con l'età. Vi è una riduzione del peso della ghiandola, delle dimensioni dei follicoli, e nel contenuto di colloide, e un aumento della fibrosi con infiltrazione linfocitaria. 
Le anomalie della tiroide di più frequente osservazione nei soggetti anziani sono date da manifestazioni subcliniche di ipotiroidismo, più frequente nelle donne anziane che può evolvere in malattia conclamata.
Si è visto inoltre che l'ipotiroidismo subclinico può influenzare il sistema motorio e diversi studi hanno dimostrato che può aumentare il rischio di frattura dell'anca in uomini anziani. 
Anche l'insufficienza cardiaca congestizia è stata segnalata in pazienti anziani affetti da ipotiroidismo con tireotropina (TSH) di 7,0 mUI / L o superiore. 
 
 
 
8. Invecchiamento e degenerazione del sistema nervoso
 
Sappiamo da molto tempo che proteine anormali si accumulano nel cervello in certe malattie neurodegenerative, come la malattia di Alzheimer.
Abbiamo constatato che una proteina malformata può causare una malattia su neuroni non più giovani.  Il problema è che una volta malformata può provocare l’aggregazione di proteine vicine simili. Può quindi diffondersi da cellula a cellula ed invadere l’intero tessuto.
Il modo in cui la proteina si deforma ed il modo di autopropagazione sono allo studio da parte di vari laboratori nel mondo.
Le malattie che risentono di questo processo sono: l’Alzheimer, il Parkinson, l’Huntington e la Sclerosi laterale amiotrofica (SLA).  Questi studi confermano una nuova ipotesi d’evoluzione dell’Alzheimer secondo cui questa malattia si sviluppa un po’ come un’infezione.

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