CRONONUTRIZIONE e CRONODIETA

  


CRONONUTRIZIONE - CRONODIETA

Come si è detto, la cronobiologia è la branca della biologia che studia i ritmi biologici degli organismi viventi. Il nostro orologio biologico risponde a stimoli esterni differenti, come la luce ed il buio, la temperatura esterna, la stagionalità, l’esercizio fisico e, da un punto di vista nutrizionale, viene anche influenzato dall’azione di specifiche sostanze (tipico esempio è l’effetto stimolante della caffeina o sedativo dell’alcool), nonché dalla composizione quali-quantitativa  della nostra dieta (specie se ricca in grassi) e/o dal tempo di assunzione degli alimenti durante la giornata.

In particolare, mentre il ritmo sonno-veglia viene generato e sincronizzato dall’alternanza luce/buio all’azione dell’orologio biologico “centrale” (situato in una zona dell’encefalo denominata ipotalamo), altri ritmi cellulari sono scanditi da orologi biologici che potremmo definire “periferici”.

Naturalmente anche i tessuti coinvolti nella regolazione del metabolismo, nell’assimilazione, nel deposito ed utilizzo dei nutrienti, sono dotati di un ritmo giornaliero. Le cellule del fegato, del pancreas, della mucosa intestinale, del tessuto adiposo bianco e bruno, dei muscoli e dell’immensa popolazione di batteri che alberga il nostro intestino (microbiota) sono animate dal ritmo.

La struttura molecolare degli orologi biologici periferici influenza il ritmo di tutte le funzioni cellulari regolandone le oscillazioni degli enzimi, degli ormoni e delle proteine che regolano il metabolismo. A loro volta i vari nutrienti presenti nella dieta (aminoacidi, acidi grassi, acidi biliari, glucosio) ed i regolatori  del metabolismo (enzimi, coenzimi, fattori di trascrizione ed i recettori nucleari ) nonché gli stessi ormoni (cortisolo, insulina, leptina, adiponectina, etc.) ed i metaboliti prodotti dalla nostra flora batterica intestinale (Sali biliari secondari ed acidi grassi a catena breve) influenzano l’attività delle molecole che scandiscono i ritmi biologici periferici.

L’alternanza cibo/digiuno e la composizione quali-quantitativa della dieta, rappresentano il principale regolatore e sincronizzatore degli orologi biologici che governano il metabolismo, intervenendo primariamente sulla bilancia enzimatica ed ormonale; quest’ultima controlla la giusta alternanza tra l’anabolismo: fase caratterizzata dalla sintesi delle proteine, il deposito dei grassi (grasso di deposito) e degli zuccheri (glicogeno epatico e muscolare),attivata dall’ingestione del cibo ed il catabolismo che favorisce la demolizione del glicogeno muscolare e dei grassi di riserva con la finalità di ripristinare adeguati livelli di energia nelle situazioni in cui non viene introdotto il cibo nell’organismo (fasi di digiuno) o durante l’attività fisica.

Per mantenere uno stato complessivo di salute è quindi bene che tutti gli orologi periferici lavorino in stretta sinergia tra loro e perfetta coordinazione con l’orologio biologico centrale.

Naturalmente anche il sovrappeso, l’obesità  e le malattie metaboliche rientrano in questo dogma che collega il ritmo alla salute.

Lo stile di vita delle popolazioni civilizzate, infatti,  caratterizzato da una maggiore ingestione di cibo sia nella quantità che nella frequenza dei pasti, dalla esposizione notturna alla luce artificiale,dal bombardamento a cui siamo sottoposti dei campi elettromagnetici, dalla riduzione delle ore dedicate al sonno, dal maggior consumo di pasti durante le ore serali, da sedentarietà giornaliera, ha comportato, attraverso una disregolazione dei ritmi biologici una maggiore diffusione delle malattie cardio-metaboliche come l’obesità, il diabete e la sindrome metabolica, ma anche di  tutte patologie connesse al processo di invecchiamento. Diversi studi hanno dimostrato che gli orari di assunzione del cibo possono svolgere un ruolo importante nella regolazione del peso, come dimostra la tendenza al rischio di sovrappeso nei lavoratori turnisti. Inoltre, in una ricerca su soggetti che seguivano una dieta per la perdita di peso, coloro che consumavano il pasto principale tardi (dopo le 15) perdevano molto meno peso rispetto a chi mangiava prima (prima delle 15).

 

Crononutrizione e Cronodieta: noi siamo non solo ciò che mangiamo, ma anche quando mangiamo

L’importanza di saper ascoltare il proprio corpo e mantenere sincronizzati i nostri orologi interni: questa è la chiave della crono-nutrizione, il regime alimentare basato sui ritmi biologici del nostro organismo.

Questa è la scienza che indaga il legame tra ritmi circadiani (i cicli biologici di 24 ore regolati dall’orologio interno al nostro organismo e caratterizzati dalla variabilità periodica dei livelli ormonali e le funzioni fisiologiche) ed il metabolismo. L’idea alla base è semplice: dato che il nostro corpo funziona diversamente in momenti differenti della giornata, è lecito aspettarsi che anche l’assunzione dei nutrienti dal cibo che ingeriamo sia variabile a seconda dell’orario. Per crononutrizione si intende il principio alimentare elaborato dal Dott. Mauro Todisco e dal Dott. Ascanio Polimeni all’inizio degli anni novanta ed esposto nel libro bestseller Cronobiologia, Depressione ed Obesità (Tecniche Nuove 1992), considerato una pietra miliare della Crono-nutrizione.

Questo è un modo di nutrirsi che rispetta il nostro orologio biologico, i cui ritmi sono a sua volta scanditi dalle variazioni metaboliche che intervengono durante la giornata: il corpo non assimila i diversi alimenti nello stesso modo durante momenti diversi del giorno ma i processi assimilativi sono influenzati dall’orario di assunzione del cibo nell’arco della stessa giornata. La crono-nutrizione tiene conto dell’importanza di sinergizzare il momento in cui assumiamo i pasti e la loro composizione nutrizionale con il nostro orologio biologico principale, che, grazie all’alternanza dei cicli luce-buio, regola il nostro ritmo circadiano sonno-veglia e gli orologi biologici periferici  cui è sincronizzato e che sono i principali regolatori del metabolismo.

Il metodo Cronodieta ideato dai due medici rappresenta l’applicazione dei principi della Crononutrizione in tema di Sovrappeso, Obesità e Malattie Metaboliche; una nuova e rivoluzionaria strategia  dietetica che tiene conto non solo delle calorie ma anche dell’orario dei pasti e della loro composizione qualitativa in nutrienti, nonché del ritmo cibo/digiuno regolatore dei ritmi che governano il metabolismo. I due medici, sulla scorta di una collaborazione pluriennale, hanno proposto un approccio crono biologico a  diverse problematiche psico nutrizionali.

 Il sistema di cura che ne risulta,  mira al riequilibrio degli eventi biochimici responsabili di tali disturbi attraverso un innovativo approccio olistico ed integrato.

Dall’uscita del mio libro Cronobiologia, Depressione ed Obesità e dall’anno di presentazione del Metodo Crono-dieta sono trascorsi molti anni in cui sono state fatte nuove scoperte e sono stati effettuati nuovi studi che hanno validato  lo spessore scientifico della Crono-nutrizione e del Metodo Crono-dieta.

Sono diversi, ormai, i lavori scientifici che hanno indagato il tema: uno studio pubblicato su Science nel 2015, per esempio, condotto da un’equipe di ricercatori della San Diego State University, ha svelato che limitare l’intervallo temporale in cui dei moscerini della frutta avevano a disposizione il nutrimento rendeva gli insetti più protetti da problemi di salute legati all’invecchiamento e ai disturbi cardiovascolari e metabolici che insorgono come effetti collaterali di alcune diete.

Lo stesso esperimento nutrizionale è stato poi effettuato in un gruppo di topi sottoposti a dieta ipercalorica e ha confermato che la restrizione temporale alimentare riduce il rischio di obesità e ne riduce l’entità.

Uno studio  pubblicato  nel 2015 sulla rivista Cell Metabolism, ha invece osservato la stessa dinamica sugli esseri umani: monitorando, tramite un’app per smartphone, le abitudini alimentari di uomini sani, gli autori hanno inferito che metà degli adulti mangiano per più di 15 ore al giorno, in media, e che la riduzione di questa finestra temporale può contribuire alla perdita di peso.

Un altro lavoro, pubblicato sulla stessa rivista e condotto su un piccolo campione di maschi in sovrappeso, ha mostrato che “l’alimentazione a restrizione temporale” (TRF: time-restricted feeding), che funziona per l’appunto riducendo a 8-9 ore la finestra temporale in cui si mangia, senza diminuire l’apporto calorico, rappresenterebbe un approccio terapeutico interessante contro l’obesità.Ed in fine, una piccola sperimentazione condotta su otto maschi adulti ha mostrato che assumere tutte le calorie della giornata prima delle tre di pomeriggio porti a una perdita di peso maggiore e più rapida rispetto a un’alimentazione con le stesse calorie ma la cui assunzione è spalmata su tutta la giornata.