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TERAPIA della LUCE e DEPRESSIONE STAGIONALE-REPUBBLICA-DIC.2012


UNA … LUMINOSA TERAPIA

C’è un rapporto causa-effetto tra la joie de vivre e le stagioni. E quelle più fredde, è noto, tendono a deprimere l’umore. Tutta colpa (o quasi) della scarsa radiazione solare,  che rende tendenzialmente meno euforici che in estate, fino a determinare, nei soggetti predisposti, il S.A.D. Seasonal Affective Disorder,  con  fasi alterne di depressione ed eccitazione, di norma depressione caratterizzata, tra l’altro,  da  sonnolenza diurna e comportamenti bulimici  in autunno-inverno ed eccitazione in primavera-estate. Secondo le ricerche condotte a più riprese in materia, infatti, il ruolo chiave del S.A.D risiede proprio nella luce. “Come dimostrato dalla cronobiologia, branca della medicina che valuta l’andamento ritmico di numerosi fenomeni biologici, la graduale diminuzione delle ore di luce influenza la produzione di diversi neurotrasmettitori e ormoni, in particolare incide sul rapporto melatonina-serotonina a favore della prima -  e comporta seppur lievi modificazioni in alcuni parametri fisiologici, come la temperatura corporea, che nei soggetti predisposti possono incidere sul ritmo sonno-veglia e sull’umore”, spiega Ascanio Polimeni, medico esperto di  psiconeuroendocrinoimmunologia e condirettore di Regenera Research Group (associazione medica che si occupa di prevenzione dell’invecchiamento). “L’aumento dell’instabilità dell’umore e delle difficoltà legate ai ritmi sonno-veglia è imputabile anche a fattori socio-culturali, ovvero alla  scarsità di esposizione alla luce naturale causa lunga permanenza in ambienti indoor”, aggiunge  Giuseppe Tropeano, psichiatria, psicoterapeuta, esperto dei disturbi dell’umore, consulente dell’INMI Lazzaro Spallanzani di Roma e direttore scientifico della rivista Mente e Cura. E proprio su questo fattore, il fattore luce, che si basa una delle terapie d’elezione del S.A.D.: la light therapy, ovvero l’esposizione, sotto controllo medico, a  fonti luminose artificiali ad ampio spettro (che riproducono la radiazione solare), che nei Paesi Nordici, dove il S.A.D. ha maggiore incidenza, ha ampia diffusione anche in versione fai-da-te, come testimoniano le vendite, anche on-line, di lampade “casalinghe”.  “Certo, la fototerapia, ideata dallo psichiatra americano  Thomas  Wehr, del National Institute of Mental Health, e introdotta  in Europa verso la metà degli anni ’80 dalla ricercatrice Anna Wirz dell’Università di Basilea è una cura medica naturale, ma non per questo priva di controindicazioni, proprio per la sua capacità di incidere sui ritmi dell’organismo”, osserva Tropeano. Che prosegue. “Va prescritta dopo aver escluso problemi di tipo dermatologico od oculistico e secondo una diagnosi precisa sul tipo di disturbo dell’umore sofferto – il S.A.D. può essere confuso con altre forme depressive, per esempio. Senza tralasciare un altro aspetto fondamentale della cura: proprio perché incide sui ritmi biologici dell’organismo, va somministrata secondo tempi  e modi di utilizzo, ovvero stabilendo in quale fascia oraria – mattina o pomeriggio -  e per quanto tempo esporsi. Tutte variabili che solo il medico può individuare caso per caso. Per questi motivi il fai-da-te è sconsigliato”,  dice Tropeano. Meno problematico, invece, un uso di lampade più easy, come quelle che riproducono la luce graduale dell’alba per un risveglio più soft. “Ma solo se non sono presenti veri e propri disturbi depressivi o del ritmo sonno-veglia, ma solo un leggero calo stagionale dell’umore non accompagnato da altri sintomi. In tutti i casi,  per le forme blande basta una “cura solare” self help basata su passeggiate all’aperto di almeno  20-30 minuti al giorno, anche se il cielo è coperto di nuvole ”, conclude Polimeni.

                    


Disturbi nei quali la fototerapia può sostituirsi o integrare con successo gli psicofarmaci:
Seasonal Affective Disorder (Depressione stagionale)
Sindrome disforica premestruale (variazioni importanti dell’umore)
Disturbi di fase del sonno (ritardo o anticipo dei tempi di addormentamento; sonno con risvegli precoci)

UTILI SUGGERIMENTI:

-Per favorire l’adattamento alle minore ore di luce, nelle ore diurne  utile aumentare leggermente l’apporto di carboidrati complessi e, al contrario, la sera incrementare lievemente l’apporto di proteine.

-Un’adeguata esposizione alla luce naturale (almeno 30 minuti al giorno) attiva la funzione della tiroide e degli ormoni surrenalici DHEA e cortisolo, tutti coinvolti nell’attivazione della risposta immunitaria, specie nelle situazioni di stress.

Altri effetti positivi della luce naturale (o della light therapy sotto controllo medico) sull’organismo

-Azione regolatrice dell’alcalinità del sangue con conseguente miglioramento della capacità di trasportare ossigeno.
-Miglioramento del rendimento fisico e mentale e delle capacità di apprendimento.
Azione regolatrice dei ciclo sonno/veglia, riduzione disturbi del sonno e maggiore facilità di ripristino dei ritmi circadiani alterati da jet-lag o altre cause.
 -Regolarizzazione del ciclo mestruale e disturbi relativi.
- Miglioramento della circolazione capillare dell’epidermide, che risulta così più soda ed elastica.

CLAUDIA BORTOLATO


28 Dicembre 2012