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Tenera e' la notte se si dorme come un bebe'-Repubblica-Maggio 2014-


 TENERA E’ LA NOTTE (SE SI DORME COME UN BEBE’)

Spegni il cellulare e i tablet prima delle 21, perché la luce interferisce con la secrezione della melatonina, l’ormone che agisce da “interruttore del sonno”. Mangia (bene e leggero), cammina (ma senza stancarti troppo), rilassati (o prega, o medita, come suggerisce il tuo credo, religioso o ateo che sia). Sono alcuni dei nuovi mantra suggeriti dagli esperti del sonno a quell’esercito sterminato di persone per le quali addormentarsi o mantenere un sonno continuo e ristoratore è una dura conquista tutte le notti (sono ben 12 milioni gli insonni solo in Italia, secondo l’Associazione Italiana Medicina del Sonno). C’è anche chi propone la carta dell’auto-convincimento come soluzione, ai mali post notte insonne (stanchezza, difficoltà di concentrazione): secondo un team di scienziati americani del Colorado College (www.coloradocollege.edu), autori di una ricerca pubblicata sul Journal of Experimental Psychology, se ti dicono o dici a te stesso che hai riposato  a sufficienza, le tue performance durante il giorno miglioreranno come se avessi dormito davvero.

MANTENERE LE (BUONE) ABITUDINI. Che il “sonno placebo” funzioni oppure no è tutto da verificare (e, in ogni caso, si presume che l’efficacia sia soggettiva). Più universalmente certi nel risultato sono altri suggerimenti di “igiene del sonno”. “è importante mantenere le abitudini e seguire i rituali che ci fanno sentir bene e più rilassati prima di coricarci. E quando si fanno le “ore piccole”, per evitare di alterare stabilmente i ritmi-sonno veglia, al ritorno è utile  indossare degli occhiali da sole con lenti molto scure per filtrare le luci artificiali,  che interferiscono con la produzione della melatonina. Meglio non svegliarsi troppo tardi la mattina successiva: meglio un sonnellino di mezz’ora massimo il pomeriggio, per recuperare un po’ di energie. Ma senza farlo diventare un’abitudine”, consiglia Lino Nobili,  responsabile del Centro di Medicina del Sonno dell’Ospedale Niguarda di Milano. Attenzione anche a  porsi nelle condizioni ambientali più favorevoli, regolando il termostato della stanza da letto intorno ai 18 gradi. “Temperature  più alte tendono a diminuire le fasi di sonno lento e profondo (che danno il maggior ristoro fisico), mentre quelle molto più basse possono rendere difficoltoso l’addormentamento”, osserva ancora Nobili.  Anche l’olfatto aiuta il buon sonno: diffondere nella stanza da letto essenze di  rosa, di  fiori di campo, di muschio, di melissa o di vaniglia non solo aiuta a dormire come un bebè, ma anche a scacciare gli incubi, secondo uno studio guidato da Boris Stuck dell’Università tedesca di Manheim, pubblicato non tanto tempo fa da New Scientist.

MOVIMENTO E DIETA AL POSTO DEI “SEDATIVI”. Non è vero, invece, che l’attività fisica serale interferisca sempre e comunque con il sonno: una ricerca condotta dall’Arizona University di Phoenix su 1.000 adulti intervistati dalla National sleep foundation, Texas (USA), ha dimostrato che si allena con corsa, Tai chi e giardinaggio alla sera, la notte dorme senza problemi. Certo, chi soffre di insonnia, precisano gli autori, deve preferire alcuni tipi di attività fisica più rilassante, come lo yoga  o comunque deve trovare la disciplina più adatta a favorire il sonno, perché la risposta agli stimoli è sempre individuale. Anche l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale nel favorire o disturbare il sonno: secondo una ricerca condotta su un campione di 8500 persone dai nutrizionisti dell'Osservatorio Grana Padano,  l’assunzione, soprattutto nelle ore serali, di alimenti eccitanti come caffè, tè, cola, cacao e, al contrario, di insufficienti quantità di latte, yogurt e acqua, predispone all’insonnia. “I latticini contengono buone percentuali di L-triptofano, aminoacido che favorisce la produzione di sedativi naturali come la serotonina e, di notte, la melatonina. Per lo stesso motivo, a cena è opportuno preferire  le proteine “leggere”, provenienti da carni magre, pesci o legumi, insieme a spinaci e ad una banana o dell’avocado, tutti cibi che, al pari dei latticini, contengono  buone percentuali del prezioso aminoacido”, suggerisce Ascanio Polimeni, medico esperto di  psiconeuroendocrinoimmunologia,  vicepresidente di Regenera Research Group (www.regeneragroup.com). Resta, in tutti i casi, un consiglio fondamentale:  dopo le prime notti insonni, meglio non temporeggiare e chiedere l’aiuto di uno specialista per correggere le cattive abitudini ed evitare così che l’insonnia diventi una compagna di vita. E dover ricorrere, così, all’aiuto chimico degli d’ipnotici (farmaci che agiscono selettivamente sui recettori del sonno) o di benzodiazepine (attive su diversi neurotrasmettitori coinvolti nell’ansia e nell’insonnia). Per info: Associazione Italiana Medicina del Sonno, www.sonnomed.it;   European Sleep Research Society www.esrs.eu; National Sleep Foundation www.sleepfoundation.org.

                                         CLAUDIA BORTOLATO

16 Maggio 2014