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MALINCONIA D'AUTUNNO-CONFIDENZE OTTOBRE 2012-


MALINCONIA D'AUTUNNO...COME COMBATTERLA

 Le giornate si accorciano e tu diventi malinconica? Beh, dirai, è normale quando finisce la bella stagione. Ma se ti senti anche sempre stanca e assonnata, sei svogliata e ti rimpinzeresti tutto il giorno di pasta, pane e dolci, forse soffri di Sad (Seasonal affective disorder): il disturbo affettivo stagionale. Non si tratta di un semplice malessere legato al brutto tempo, ma di una forma di depressione dovuta alle giornate corte e grigie. E che dura, quindi, solo pochi mesi l’anno.
Tutta colpa dell’orologio
La Sad dipende da un cattivo funzionamento dell’area dell’ipotalamo. Questa zona del cervello regola il nostro orologio biologico, cioè quel meccanismo complesso che ti permette di adattarti ai cambiamenti esterni: come le stagioni, ma anche l’intensità e la durata della luce e i fusi orari. In particolare, in presenza della luce quest’area secerne serotonina, un ormone che favorisce un senso di benessere psicofisico e regola l’appetito e il piacere. Mentre, con il buio produce melatonina, un altro ormone che, invece, accresce il bisogno di riposare e abbassa il tono dell’umore. Con l’arrivo dell’autunno, quindi, e con l’aumento delle ore di buio, l’organismo tende a produrre più melatonina e meno serotonina rispetto alla bella stagione. Se questa zona dell’ipotalamo funziona bene, puoi soffrire di un po’ di stanchezza, difficoltà di concentrazione e una lieve tristezza. Ma solo per pochi giorni: il tempo di adattarti alle giornate più corte. Se, invece, questo meccanismo non funziona al meglio, risenti di queste variazioni. Ed ecco che può comparire il Sad.
 
Le donne rischiano di più Sembra che il sesso femminile, per fattori genetici, sia più vulnerabile di quello maschile ai cambi di stagione. In particolare, a mandare in tilt il nostro meccanismo di adattamento è lo stress. Tanto che le più colpite sono le donne che, per esigenze di lavoro, hanno ritmi di vita sregolati: come le hostess, chi fa i turni di notte (ed è poco esposta alla luce perché di giorno dorme), chi fa spesso viaggi intercontinentali (per via dei fusi orari) oppure soffre di disturbi legati alle variazioni ormonali (come la sindrome premestruale).
 
Le cure più efficaci
 
4 Con la luce Questo disturbo interessa, soprattutto, chi abita nei paesi del Nord, dove la luce è meno presente e ha anche una bassa intensità. Pensa che, per favorire il buonumore, in Finlandia esistono ristoranti con locali illuminati da lampade speciali che riproducono la luce solare! Ed è proprio la luce la cura più efficace contro la malattia stagionale. Si chiama light therapy e consiste nell’esposizione a una fonte di luce che, a determinate intensità, stimola, attraverso il nervo ottico, le strutture più profonde del sistema nervoso centrale, regolando la produzione di serotonina e melatonina. Tanto che diversi studi hanno dimostrato che il trattamento con luce brillante ha un’efficacia equivalente a quella della maggior parte dei farmaci antidepressivi. La luce migliore è quella solare. L’ideale, quindi, sarebbe concederti, durante l’inverno, qualche giorno di vacanza in luoghi molto illuminati (per esempio, una settimana al mare o in montagna). Se non puoi, però, niente paura. Negli studi specialistici, ma anche in commercio (sono in vendita su Internet oppure nei negozi di illuminotecnica e costano da 100 o 200 euro in su) si trovano delle lampade, riconosciute anche dalla Fda (Food and Drug Administration), che riproducono lo spettro della luce del sole simile a quello di una giornata estiva. Nei casi di Sad in forma lieve, basta esporsi alle luce di queste lampade 30 minuti al giorno, meglio nelle prime ore del mattino, da ottobre a febbraio. È necessario sedersi a circa 50-70 cm dalla fonte luminosa, con gli occhi aperti. Durante l’esposizione puoi svolgere le normali attività lavorative d’ufficio, leggere o guardare la tv. «Nei casi di Sad più importanti, invece, può essere necessario rivolgersi a uno specialista», spiega Stefano Pallanti, psichiatra e direttore dell’Istituto di Neuroscienze di Firenze. «Solo una valutazione delle variazioni dei sintomi, infatti, può stabilire la durata della cura e i modi e i tempi di esposizione alla luce». In Italia è possibile accedere a queste cure presso l’ospedale San Raffaele di Milano, Dipartimento di Scienze neuropsichiche (tel. 0226433206), e presso l’Istituto di Neuroscienze di Firenze (www.istitutodineuroscienze.it, tel. 055587889).
 
4 Con la dieta Quando la serotinina è carente, come avviene nella depressione stagionale, il nostro umore diventa ballerino, dormiamo male e spesso abbiamo una voglia incontrollata di pane, pasta e dolci. I cibi ricchi di carboidrati, infatti, contengono triptofano, un aminoacido presente nei cereali, che è il precursore della serotonina e  della melatonina. Per ritrovare il buonumore e anche il sonno, quindi, mangia cibi che ne contengono in grande quantità: oltre ai carboidrati complessi (pane, pasta, riso) e semplici (zuccheri), lo trovi nel cioccolato, pesce (acciughe, sardine, tonno e sgombro), legumi (lenticchie, fagioli, ceci, fave, piselli), frutta secca (arachidi, mandorle, anacardi, noci), latticini (latte, yogurt, formaggio) e banane.
 
4 Con la medicina dolce Sono efficaci la serotonina omeopatica, l’iperico (che ha proprietà antidepressive), il magnesio (che permette alla serotonina di svolgere al meglio il suo ruolo di neurotrasmettitore e stabilizza l’umore), gli integratori a base di triptofano (che mantengono i giusti livelli di serotonina) e la melatonina (per favorire un buon riposo ed evitare la sonnolenza durante il giorno). Per le dosi e le modalità di assunzione di questi integratori chiedi sempre consiglio al tuo medico. 

 CON La CONSULENZA DEL DOTT ASCANIO POLIMENI PSICONEUROENDOCRINOLOGO CONDIRETTORE DI REGENERA RESEARCH GROUP(www.regeneragroup.com)
 
06 Novembre 2011