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Mal d'autunno


Le giornate che si accorciano sempre più, il sole che raramente fa capolino fra le nuvole, le temperature che scendono inesorabilmente: è arrivato l’autunno. In questa stagione può capitare a tutti di sentirsi giù di corda e di avvertire un leggero malessere. Ma alcune persone soffrono di un vero e proprio disturbo, il Sad o disturbo affettivo stagionale. Non si tratta semplicemente di un malessere legato al cattivo tempo o alla pigrizia, ma di un vero e proprio problema legato a ragioni biologiche ben precise. Vediamo quali.
L’orologio biologico
Quando arriva l’autunno, le giornate si accorciano e la luminosità diminuisce, l’organismo deve quindi adattarsi. La maggior parte delle persone è dotata di un perfetto meccanismo di adattamento: tempo qualche giorno e il corpo si abitua ai nuovi ritmi. In alcune persone, però, tale meccanismo crea qualche problema. Questo fenomeno dipende da un cattivo funzionamento dell’area dell’ipotalamo dove hanno sede l’orologio biologico e la ghiandola pineale. Quest’ultima, in particolare, è deputata alla regolazione dei fenomeni involontari e regola i meccanismi adattativi nei confronti dei cambiamenti esterni e interni. Fra questi hanno una notevole influenza le stagioni, ma anche i fusi orari e i cambiamenti di temperatura. La ghiandola pineale controlla anche l’adattamento del fisico all’intensità e alla durata della luce: in base all’alternanza luce/buio produce alcune sostanze. In presenza della luce secerne la serotonina, che migliora l’umore, regola l’appetito e il piacere, mentre in presenza del buio produce la melatonina, che accentua il bisogno di riposo e abbassa il tono dell’umore.

Quando l’orologio va in “tilt”

All’arrivo dell’autunno, dunque, l’organismo produce molta più melatonina che in estate: aumentano, infatti, le ore di buio. Di contro produce meno serotonina, sempre a causa della mancanza di luce. Se l’orologio biologico e la ghiandola pineale funzionano perfettamente, l’organismo non ne risente. Al limite possono comparire stanchezza e mancanza di energia, ma solo per pochi giorni. Tuttavia, alcune persone, a causa di un cattivo funzionamento del meccanismo di adattamento, risentono maggiormente di questo cambiamento interno ed esterno. In questi casi più comparire un disturbo più complesso, il Sad, “Seasonal Affective Disorder” cioè “disturbo affettivo stagionale”.

Le categorie più a rischio

Le persone più a rischio da questo punto di vista sono le donne: il sesso femminile, infatti, è molto più vulnerabile di quello maschile ed è dotato di n orologio biologico molto più fragile. Si tratta di una questione genetica. A peggiorare la situazione, intervengono le oscillazioni ormonali e le sindromi premestruali che rendono le donne ancora più vulnerabili.
*Le più colpite dal Sad, sono le donne molto stressate, quelle che, per esigenze di lavoro sono sottoposte a ritmi “sregolati” (come le hostess o le turniste) e quelle che sono soggette anche a disturbi ciclici legati alle variazioni ormonali (come la sindrome premestruale).
*Questo disturbo interessa anche i cittadini del Nord Europa che vivono in ambienti poco illuminati: la luce non solo è meno presente, ma ha anche un’intensità inferire. Facendo riferimento alla situazione italiana, pare che siano gli abitanti del Nord Italia a soffrire maggiormente del disturbo.
*A rischio sono anche le persone che fanno i turni e lavorano spesso di notte (durante il giorno dormono e non “prendono” abbastanza luce) e coloro che viaggiano spesso in altri continenti (hanno un meccanismo sregolato).

I sintomi

Il Sad crea nell’uomo una sorta di letargia, che può essere più o meno accentuata e che dura in genere tre- quattro mesi. Si manifesta, in genere, con stanchezza, apatia e sonnolenza. Ma il sintomo più caratteristico è l’aumento di appetito, in particolare la voglia di carboidrati, definita dagli studiosi “compulsione alimentare verso i carboidrati”: la persona sembra avvertire un desiderio irrefrenabile di zuccheri, ma anche di pasta, pane, pizza; questi cibi favoriscono, infatti, la produzione di serotonina (ricordiamo che in autunno l’organismo produce una minor quantità di serotonina, la cui sintesi è favorita dalla luce solare). Di conseguenza tende ad aumentare di peso. Ci sono anche forme più serie: in questo caso la persona soffre di una vera e propria depressione, anche se solo stagionale. La SAD è un disturbo classificato come depressione atipica. Le forme di depressione tipiche, infatti, si accentuano a primavera e sono caratterizzate da una diminuzione dell’appetito. La SAD, invece, si aggrava in autunno (e scompare durante la bella stagione).

La luce che cura

La cura più efficace è la light therapy. Pare, infatti, che l’esposizione alla luce abbassi i livelli di melatonina nel sangue e aumenti quelli della serotonina, oltre a regolare l’orologio biologico.

La luce migliore è quella solare: l’ideale sarebbe quindi concedersi, durante l’inverno, alcuni giorni di vacanza in luoghi molto illuminati (come i Caraibi o Cuba, ma anche le località di montagna o di mare). Esiste comunque anche una versione più economica della light therapy: in commercio (oppure negli studi di psicoterapeuti e psichiatri) si trovano delle lampade, riconosciute anche dalla FDA (Food and Drug Administration), che riproducono lo spettro della luce del sole, ad eccezione dei raggi Uva (quindi non abbronzano). Basta esporsi 30 minuti al giorno, preferibilmente nelle prime ore del mattino, alle luce di queste lampade per sincronizzare il meccanismo di adattamento e migliorare la situazione. Chi soffre di Sad, dovrebbe sottoporsi alla cura da ottobre a febbraio.

Gli altri rimedi

Oltre alla cura con la luce, possono essere utili anche altri rimedi.
*In tutti è indicato intervenire sulla concentrazione della serotonina. A partire dall’alimentazione: è importante aumentare il consumo degli alimenti che stimolano la produzione di questa sostanza. È bene mangiare i carboidrati complessi nella fascia diurna: sotto l’azione della luce si trasformano in serotonina. La sera è meglio, invece, preferire le proteine: contengono il triptofano, un aminoacido che di notte favorisce la produzione di melatonina.
*Può essere utile associare alla cronodieta anche alcune cure naturali: è possibile assumere, per esempio, la serotonina omeopatica, l’iperico (ha proprietà antidepressive) il magnesio o gli integratori a base di triptofano (che mantengono adeguato il livello di serotonina). Per dosi e modalità, meglio chiedere consiglio al medico.
*La melatonina, ma solo se assunta seguendo le indicazioni del medico (in genere a dosi molto basse), aiuta a evitare la sonnolenza durante il giorno. I serotinergici, invece, innalzano il livello di serotonina.
*Per le forme più serie è necessario, invece, utilizzare i farmaci che aumentano la quantità di serotonina nell’organismo: il capostipite di questi medicinali è il prozac. E’ comunque sempre lo specialista a decidere.
In pratica
Prevenire si può
In un certo senso è possibile prevenire il Sad. Durante l’estate è bene fare il pieno di sole (naturalmente utilizzando tutte le precauzioni): così l’organismo accumula serotonina. Anche in inverno sarebbe importante sfruttare ogni bella giornata, esponendosi il più possibile ai raggi solari.

Dizionario

Ipotalamo: parte del cervello che presidede le funzioni vegetative dell’organimso (sonno e veglia)
Melatonina: ormone che regola il ritmo sonno veglia
Serotonina: sostanza coinvolta nei meccanismi che regolano il sonno e il tono dell’umore
21 Gennaio 2006