Medicina Antiaging-Menopausa-Andropausa-Terapia di Modulazione Ormonale con Ormoni Bioidentici, Sarm e Peptidi

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La Natura come palestra-Repubblica-Ottobre 2013-


E per palestra la natura

Saltellare sugli step o sollevare pesi può diventare  noioso, gli sport indoor (tennis docet) possono avere poco appeal, la piscina non è per tutti (i gusti, s’intende):  non ci resta che allenarci all’aperto.  Correre e  saltare nei boschi, a tempo debito sciare o,  per chi ha in programma vacanze  dove il clima ancora lo permette, scalare alberi e fare escursioni. Perché  negli spazi angusti delle location tradizionali, l’ossigenazione è sicuramente inferiore e  il rendimento atletico è minore. E il corpo invecchia prima, causa una maggiore produzione di radicali liberi unita alla privazione di luce naturale che, come noto, stimola importanti funzioni dell’organismo e agisce, tra l’altro, da antiage.  È la nuova tendenza del fitness: quella che nel “ritorno alla natura” riconosce il suo inconfondibile refrain. Un mood ben espresso dal “MovNat”, ideato dal trainer  francese (naturalizzato a New York) Erwan Le Corre, conosciuto anche come “ginnastica paleolitica” (www.movnat.com), al Wildfitness/Fitness holyday, un workout “come natura crea” (ci si allena con ciò che il mare porta a riva e la spiaggia selvaggia mette a disposizione ma si soggiorna in lodge di lusso...) e già apprezzato in tutto il pianeta. Basti pensare che la sua ideatrice, Tara Wood, ha aperto “sedi” sulla costa del Kenia, sull’isola inglese di Wight ed in Andalusia (www.wildfitness.com).  Morale: vanno di moda le palestre “a cielo aperto”. A dire il vero, si tratta di una riscoperta e di un’idea che trova dei pionieri anche qui, nella nostra cara Italia. Per esempio, nel progetto Mountain Fitness, concepito dalla Federation for Sport at Altitude (FSA) in collaborazione con università e istituzioni di tutto il mondo, concretizzatosi già da qualche anno con sentieri studiati ad hoc in molte zone del Nord Italia (www.mountainfitness.org).Tra gli obiettivi del progetto:  incoraggiare una maggior coscienza salutistica e sportiva, incentivare la conoscenza e il rispetto ambientale e la sicurezza in alta quota”, spiega il dottor Giulio Sergio Roi, medico dello sport e direttore del Centro Studi Isokinetic di Bologna. Tra le discipline, in gran parte aerobiche, maggiormente legate alla filosofia Mountain Fitness ci sono il ben noto Walking (che coinvolge a fondo l’apparato cardio respiratorio), il Trail Running (versione soft del trekking), la Mountain Bike (per migliorare la tonificazione muscolare e aumentare la resistenza), il tree climbing (la camminata  sugli alberi, con imbracatura, corde e moschettoni, lungo percorsi prestabiliti su passerelle sospese, ponti tibetani e piattaforme in legno). Anche i parchi delle città, d’altro canto, grazie ai classici “percorsi vita” offrono sempre più spesso buone opportunità per fare attività fisica outdoor regolare (che è poi la più efficace) e non sporadica, come quella confinata a una vacanza in montagna o esotiche. “Altri vantaggi dallo sport a contatto della natura, o comunque in un ambiente stimolante e “open” è quello di stimolare indirettamente il buonumore le difese dell’organismo (la luce naturale  influisce posatamente sul sistema immunitario) e, oltretutto, di abbassare più efficacemente il livello dello stress ed è anche  un buon ausilio per ridefinire il rapporto tra corpo, movimento e spazio, dunque per stimolare la cosiddetta sensibilità propriocettiva e migliorare, di rimbalzo, l’intelligenza spaziale”, conclude Ascanio Polimeni, medico esperto in psiconeuroendocrinoimmunologia e medicina antiaging, condirettore di Regenera Research Group.

                                      CLAUDIA BORTOLATO


06 Novembre 2013