Medicina Antiaging-Menopausa-Andropausa-Terapia di Modulazione Ormonale con Ormoni Bioidentici, Sarm e Peptidi

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Happy Aging:l'eta' che vuoi-Repubblica RClub-27 nov-2013


Happy aging,l'eta' che vuoi.
Tra scienza,medicina e cosmetica:consigli per invecchiare bene.

Incertezza economica e politica, redditi in picchiata, futuro nebuloso. Un periodo di crisi il cui protrarsi ha un contraltare pesante (e costoso per le tasche nostre e dello Stato): l’aumento del consumo di ansiolitici e antidepressivi. Ma l’etimo della parola crisi racchiude un’opportunità: il cambiamento. Cominciamo a pensare meno a ciò che non va e più a ciò che funziona.

La Psicologia Positiva di Martin Seligman e lo studio del Flow (una sorta di “stato di grazia”) di Mihály Csíkszentmihályi hanno dato il via a un movimento di pensiero che ricerca vie alternative per lo sviluppo delle risorse personali. Possiamo quindi apprendere l’ottimismo? Ne è convinto Todd Kashdan, docente di psicologia clinica all’Università George Mason di Fairfax (Virginia), che ha stilato una curiosa formula della felicità. Secondo Kashdan si getterebbero le basi per una vita felice organizzando, nelle giuste proporzioni, sei ingredienti: vivere il momento, essere curiosi, seguire ciò che si ama, pensare agli altri, coltivare i rapporti, prendersi cura della salute. D’altronde «Sono molti gli studi che forniscono argomentazioni persuasive sui benefici delle emozioni positive per la salute», sostiene Richard Davidson, docente di psicologia e psichiatria alla University of Wisconsin, in “La vita emotiva del cervello. Come imparare a conoscerla e a cambiarla attraverso la consapevolezza” (Ponte alle Grazie). Secondo il ricercatore la comprensione della neurobiologia delle emozioni può aiutare a sviluppare lo “stile emozionale” più adeguato a migliorare la vita. E se è vero che felicità e buona salute sono correlati, è altrettanto vero che un eccesso di ottimismo può far ignorare i pericoli o i consigli dei medici. Allora, citando Rita Levi Montalcini, cosa si può fare per garantire “non solo più anni alla vita, ma più vita agli anni”? «Innanzitutto abbandonare l’accezione “medicina anti-aging”, termine fagocitato dall’estetica dei ritocchini, e preferire quello di Successful o Active Aging, che prevede il coinvolgimento della persona nella modifica di stili di vita insalubri verso strategie efficaci per invecchiare bene», sostiene Ascanio Polimeni, specialista in pneumologia, esperto in psiconeuroimmunologia e condirettore di Regenera Research Group (società scientifica che si occupa di prevenzione dell’invecchiamento). «Fondamentale ridurre i fattori di rischio causati da ambiente e alimentazione, rafforzare le difese immunitarie e antiossidanti e riequilibrare il sistema ormonale. Il primo punto d’attenzione sono le modificazioni corporee. Con l’età acquistiamo grasso, soprattutto a livello addominale, e perdiamo massa magra. È la cosiddetta obesità sarcopenica, in cui i muscoli si riducono e organi interni s’infarciscono di grasso “infiammato”. L’infiammazione cronica di bassa intensità, tipica delle malattie cardiovascolari e nel diabete tipo 2, è uno dei fattori predittivi dell’invecchiamento. Serve quindi giocare d’anticipo, con una dieta antinfiammatoria, un sonno regolare e un’attività fisica moderata». Anche perché chi non fa prevenzione non necessariamente vive meno, ma sicuramente vive peggio. «La massa muscolare – precisa Polimeni - gioca un ruolo chiave: mentre si contrae, il muscolo rilascia miochine, sostanze messaggere che contrastano l’infiammazione e favoriscono la produzione del BDNF, un fattore di crescita neurale che agisce sull’umore, la memoria e persino la lipolisi. Il primo segreto dell’invecchiamento di successo sta proprio nel riequilibrio tra le adipochine (pro-infiammatorie) prodotte dal grasso e le miochine (anti-infiammatorie) secrete dal muscolo. Inutile comunque riempirsi di pillole. Semmai usare integratori dopo aver testato i fattori predittivi dell’invecchiamento cellulare, personalizzando la terapia».

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27 Novembre 2013