CRONONUTRIZIONE - NUTRIGENOMICA

Tutti gli articoli sulla Dietologia e sulla Nutrizione.


Se il gene e'ribelle la dieta personalizzata puo'rimetterlo a poso-la stampa di torino


ASCANIOPOLIMENI

Presidente del Comitato Scientifico AMI

Associazione dei Medici anti-Aging

Gli esseri umani si godono

uno snack o un pasto approssimativamente

86 mila volte

nel corso della vita. Con questa

frequenza nel consumo di

cibo assicurarsi di mangiare

bene è vitale per mantenere

una buona salute a lungo termine.

Mache cosa è «sano» e

«giusto» dipende molto da

«chi» e da «come» sei. Alcune

persone hanno la pressione

alta anche con una dieta

priva di sale, mentre altre

hanno una pressione normale

nonostante un’alimentazione

ricca di sodio. Il colesterolo

di alcuni sale solo guardando

una torta, mentre altri

possono mangiare dolci cinque

volte a settimana ed essere

sani e magri. Anche le

diete più famose funzionano

solo su alcune persone.

Due esempi. Il guru Jim

Fixx ha smesso di fumare e

ha perso 25 chili dopo aver

iniziato a correre a 35 anni.

Nel ‘77 scrisse un bestseller

sullo jogging che lanciò la

«fitness revolution». Nell’84

Fixx morì di attacco cardiaco,

mentre correva nel Vermont.

Aveva 52 anni. Un’autopsia

ha rivelato un blocco

delle sue tre principali arterie.

Secondo esempio: Winston

Churchill era soprappeso,

beveva whisky e fumava.

Nonostante ciò godeva di

buona salute e mantenne

una vita attiva fino alla fine,

nel ‘65, due mesi dopo aver

celebrato il 90° compleanno.

Il segreto? Può essere sintetizzato

in una parola: geni.

La verità è che un livello

ragionevole di esercizio fisico

è salutare per il corpo e la

mente. Ma per migliorare salute

e vitalità il programma

di allenamento e di scelte alimentari

dev’essere adattato

ai nostri geni. Lo screening

genetico non era disponile ai

tempi di Fixx, ma, considerando

che il suo livello di colesterolo

era alto, poteva essere

geneticamente predisposto

a sviluppare arteriosclerosi

e incidenti vascolari.

Churchill invece era dotato

di geni protettivi che gli hanno

permesso di vivere una vita

lunga, nonostante lo stile

di vita non sano.

Ognuno ha una «alchimia

corporea» determinata dai

geni, ma, se fino a qualche anno

fa si pensava che tutto

quello è «scritto» nel DNA

determinasse il destino della

vita e la salute, oggi si sa che

niente è più lontano dalla verità.

Abbiamo una miscela di

geni buoni e cattivi, ma nessun

messaggio genetico è

scritto sulla pietra. In molti

casi è possibile modificare

questi messaggi attraverso

scelte nutrizionali intelligenti,

interagendo così con il nostro

destino genetico. Inoltre è

anche possibile massimizzare

il potenziale genetico e raggiungere

il più alto livello fisico

e intellettuale, minimizzando

il rischio di malattie.

E’ fondamentale sapere

che, mentre i geni determinano

le nostre vulnerabilità (il genotipo

«immutabile» del

DNA), il nostro stile di vita, incluso

il cibo che mangiamo e le

sostanze tossiche a cui siamo

esposti determinano quanto

queste vulnerabilità influenzeranno

la qualità e la durata della

nostra vita (il fenotipo). E’

per questo che gli scienziati

sono impegnati negli studi sulle

relazioni tra geni, alimentazione

e stile di vita. Questo rivoluzionario

settore di ricerca

viene definito nutrigenomica

ed è, con la proteonomica e la

farmacogenomica, uno dei

campi di applicazione del Progetto

Genoma. Obiettivo: sostituire

alle diete standardizzate

per tutti, un’alimentazione

personalizzata, tarata sul

corredo genetico di ciascuno,

coadiuvata da integratori

composti su misura come un

abito da un sarto. Non solo

per perdere peso, naturalmente,

ma per prevenire malattie

e vivere più a lungo e meglio.

Alla base della nutrigenomica

c’è da un lato lo studio

degli effetti della nutrizione

sull’espressione dei geni che

regolano la sintesi di proteine,

ormoni, enzimi e coenzimi regolatori

dei processi vitali e

dall’altro la possibilità di individuare

le variazioni infinitesimali

dei geni che regolano la

suscettibilità ad ammalarci, oltre

la sensibilità al cibo e agli

integratori alimentari.

Le conclusioni emerse dal

Progetto Genoma evidenziamo

che siamo per il 99.9%

identici a livello di DNA. Il rimanente

0,1% è responsabile

delle differenze più o meno visibili,

dal colore dei capelli alla

sensibilità alle malattie. Questi

cambiamenti infinitesimali

dei geni vengono definiti «Polimorfismi

Genetici».

L’analisi del polimorfismo

genetico, effettuata con un

test sulDNAdelle cellule della

mucosa del cavo orale, ci consente

di valutare la predisposizione

verso patologie metaboliche

come l’obesità e il diabete,

patologie dell’apparato cardiorespiratorio,

del sistema

nervoso e immunitario. Può

essere anche valutato il grado

di invecchiamento dell’individuo,

il metabolismo dei farmaci

e degli ormoni e stabilito il

tipo di alimentazione e le cure

nutrizionali, ma anche farmacologiche

più appropriate per

un certo soggetto.

La correzione della dieta e

dello stile di vita, oltre alla personalizzazione

di una terapia

con integratori, fitofarmaci e

ormoni naturali, consente di

contrastare la predisposizione

verso determinate patologie

e di rallentare anche il grado

di invecchiamento, ottimizzando

l’età biologica: si trasforma

e si riprogramma il

proprio destino genetico con

una dieta e un’integrazione

nutrizionale personalizzate.

Ilmenu a tavola lo decide il DNA

I siti

ASSOCIAZIONE MEDICI ITALIANI

ANTI-AGING:

www.assomediciantiaging.

com/index.php?option=com_

content&task=blogsection&

id=0&Itemid=9⟨=it

THEEUROPEAN

NUTRIGENOMICS

ORGANISATION:

www.nugo.org/everyone

I TRENDFUTURI:

http://www.lmc.dk/english/

topicals/news/2006/maj/lmccongress-

2007-innovationsin-

food-technology/

IlWeb

IL’alimentazione migliore

è quella tagliata su misura per

la costellazione genetica di

ognuno. I test del DNA prendono

in esame una serie di

«polimorfismi genetici» (piccole

variazioni individuali dei

geni), i quali determinano reazioni

diverse all’ambiente e al

cibo. Negli USA i kit genetici

conoscono un vero boom.

 

 

Lo sapevi che?

Boomnegli Usa

Ecco i soggetti a cui è indicato

il test del DNA.

Dietologia-endocrinologia

Agli obesi, a chi è in sovrappeso

o con patologie metaboliche

per conoscere le predisposizioni

ereditarie e stabilire

una dieta.

Antiaging

A chi vuole conoscere il proprio

grado di invecchiamento

e le misure dietetico-nutrizionali

e le cure per migliorare

l’età biologica.

Medicina preventiva

Achi vuole sapere le predisposizioni

verso malattie cardiovascolari,

respiratorie, neoplastiche,

neurodegenerative e contrastarle

con la correzione dello

stile di vita e cure specifiche.

Ginecologia e andrologia

Alle donne in menopausa e agli

uomini in andropausa per la terapia

ormonale sostitutiva e

una dieta adeguata.

Medicina interna

A chi è affetto da determinate

malattie (infettive, immunologiche,

dell'apparato cardiorespiratorio,

metaboliche, neurologiche)

e vuole conoscere il proprio

terreno genetico allo scopo

di «antagonizzare» eventuali

predisposizioni negative, correggendo

la dieta e lo stile di vita

e seguendo anche cure personalizzate.

Medicina dello sport

Agli atleti, agli sportivi e a tutti

coloro che hanno l'esigenza di

seguire una dieta e di assumere

gli integratori più indicati al

proprio assetto genetico.

Farmacologia

Quando si vuole valutare il metabolismo

individuale dei farmaci

e stabilire le cure più a seconda

delle patologie e dell’individualità

 

genetica. [A. P.]

Come si programma

il "destino biologico"

Basta appena lo 0,1%

del Genoma a stabilire

le differenze

da persona a persona

La correzione di dieta e

stile di vita contrasta

la predisposizione verso

determinate patologie

Semplici test valutano

dalmetabolismo

fino al grado

di invecchiamento

Genetica.Arriva la rivoluzione della nutrigenomica: l’unica alimentazione sana e giusta è quella personalizzata

"Studiamo come i geni regolano la sintesi di proteine ed enzimi in ogni individuo e quindi la sensibilità ai cibi"

Partners-LA STAMPA

Geni e cibi

Come migliorare il funzionamento del DNA

APO A1.

APOLIPOPROTEINA A

E' il maggior componente

del colesterolo buono HDL,

deputato alla pulizia

del sangue dal colesterolo

cattivo (LDL). In una sua

variante può ridurre l'HDL.

Consigliati l'olio d'oliva

e non gli omega 3

MTHFR

Fondamentale nella produzione

di un enzima che regola

la riparazione del DNA,

il metabolismo epatico

degli ormoni e la produzione

dei neurotrasmettitori. Una sua

anomalia favorisce l'accumulo

di omocisteina, pericolosa

per ossa, cuore e cervello.

Consigliati gli spinaci

INTERLEUCHINA

10 E 6

Regola la produzione

di proteine ad azione

antinfiammatoria

e proinfiammatoria.

Lo squilibrio tra i 2 geni

è una causa di arteriosclerosi,

obesità, artrite, Alzheimer.

Consigliati cereali integrali,

frutta, verdura e pesce

CATENA ENZIMATICA

DEI CITOCROMI P450

E’ alla base della trasformazione

delle tossine in sostanze

parzialmente idrosolubili. In caso

di rallentamento delle funzioni

enzimatiche si possono avere

reazioni avverse per alcuni

farmaci e accumuli di sostanze

 

pericolose.

Consigliati arance, soia,

cereali, vitamine del gruppo B,

 

vitamina C ed E

 

COMT (CATECOL-OMETILTRANSFERASI)

Regola un enzima metabolizzatore

degli estrogeni e della dopamina.

In caso di anomalie è favorito l'accumulo

di metaboliti degli estrogeni pericolosi

 

per il seno.

 

Consigliati lattuga e avocado

GENE DELLA G-PROTEINA

 

SUBUNITA' BETA3

Regola la sensibilità delle cellule di fegato,

muscoli e pancreas all'insulina. Una variante

predispone ad alti livelli di insulina e quindi

 

a diabete, obesità e malattie cardiovascolari

Consigliate verdure e carni bianche.

 

Ridurre i carboidrati

GENE PER IL RECETTORE

 

DELLA VITAMINA D

Regola il metabolismo del calcio nelle ossa.

 

In caso di anomalia induce l'osteoporosi.

 

Consigliati uova, latticini e legumi ricchi di calcio

 

 

MERCOLEDÌ 6 DICEMBRE2006 TuttoScienze 47 LASTAMPA

LA STAMPA-1(1).pdf

 

 

08 Dicembre 2006