CRONONUTRIZIONE - NUTRIGENOMICA

Tutti gli articoli sulla Dietologia e sulla Nutrizione.


Dieta ed ormoni -D repubblica -giugno 2008-


DIETA D’EQUILIBRIO ORMONALE

Legati a doppio filo: l’equilibrio della dieta (e del peso) è garanzia dell’equilibrio degli ormoni, le sostanze liberate da diverse ghiandole, come ipofisi, tiroide, pancreas, ovaie, che fungono da “messaggeri chimici”, ossia regolano il funzionamento dei diversi organi ordinando loro quando e con che modalità attivarsi. Principio basilare: un paio di chili in più (non oltre) garantisce un perfetto assetto ormonale e, quindi, anche dell’apparato riproduttivo e dell’umore, poiché i recettori ormonali hanno sede in molte zone del cervello: nell’ipotalamo, che regola le varie risposte d’adattamento dell’organismo, ma anche nel sistema limbico, l’area cerebrale in cui si ritiene nascano le nostre reazioni più istintive.. «Tra l’altro, gli ormoni ipofisari Fsh (che stimola lo sviluppo dei follicoli ovarici) e Lh (che provoca la rottura dei follicoli maturi e la liberazione dell’ovulo) sono liposolubili, ovvero si sciolgono nel grasso. Se il tessuto adiposo è ridottissimo, per complessi meccanismi questi ormoni interrompono le fasi estrogenica e progestinica del ciclo e, dunque, le mestruazioni», fa notare Ascanio Polimeni, esperto di psiconeuroendocrinoimmunologia e membro dell’I.H.S., International Hormone Society,codirettore del progetto Venerepersempre e della Societa' Scientifica incentrata su AntiAging, Regenera Research Group.
Parimenti, occorre controllare anche l’eccesso di grasso, perché, tra l’altro, può assorbire completamente gli ormoni Fsh e Lh a scapito dell’ovaio, con conseguenti ripercussioni sul ciclo mestruale. Di più: «Interferisce con la secrezione dell’insulina, ormone rilasciato dalle isole di Langerhans all’interno del pancreas con il compito principale di mantenere in equilibrio il tasso di zuccheri (la glicemia) nel sangue, aprendo la strada al fenomeno di insulino-resistenza e di pre-diabete», dice Paolo Accornero, specialista in Scienze dell'Alimentazione. Oltre a mantenere il peso forma, occorre considerare che, in generale, tutti gli ormoni hanno dei benefici da una dieta povera di grassi animali, zuccheri, alcool e caffè e ricca di carni bianche, pesce, uova, legumi, carboidrati complessi (farro, riso, pasta, tutti a rilascio più lento di zuccheri), frutta e verdure. Meglio scegliere, poi, i cibi biologici, poiché le sostanze chimiche utilizzate nelle agricolture tradizionali, pesticidi in primis, perturbano la produzione di diversi ormoni. «Occorre limitare anche l’introito di cibi ad alto indice glicemico, come cereali raffinati, le patate lesse, le carote, le fave fresche, le rape, che oltre a interferire negativamente con la produzione dell’insulina, limita l’immissione del GH, l’ormone della crescita, che sostiene la sintesi delle proteine», dice Accornero. E, parimenti, non esagerare con i latticini: oltre a contenere antibiotici naturali che in età adulta influiscono negativamente sulla flora batterica, possono apportare dosi significative di estrogeni, considerato che nella catena di produzione industriale viene immesso anche latte munto da vacche gravide.

Il menù che piace agli ormoni.

Alcune categorie di cibi, o addirittura alimenti specifici, possono stimolare positivamente determinati ormoni. Eccone una breve panoramica

Melatonina.

Tra gli ormoni più “famosi” per via della sua capacità di regolare i ritmi sonno-veglia, per le connessioni con il sistema immunitario e l’importante effetto antiage ( addirittura doppio rispetto alla vitamina E9. Per avvantaggiarne la produzione, per il pasto serale preferire le proteine “leggere”, provenienti da carni magre, pesci o legumi, perchè contengono buone percentuali di L-triptofano, che di notte favorisce la produzione di melatonina. Utile anche aumentare l’apporto di cibi intrensicamente ricchi di melatonina, come riso, i cereali germogliati e i frutti come la banana.

DHEA.

Influisce sulla resistenza alla fatica, migliora l’elasticità della pelle. È sintetizzato dalle ghiandole surrenali dal colesterolo ed è un precursore della sintesi di ormoni quali il testosterone, gli estrogeni e il progesterone. Se ne stimola l’equilibrata produzione consumando adeguante quantità di cibi ricchi di vitamina E (ortaggi verdi, olio extravergine d’oliva, evitando alcol, aceto, bevande contenenti caffeina.

Estrogeni.

Oltre a controllare l’attività dell’apparato genitale femminile, influiscono sulla tonicità e freschezza della pelle e sono coinvolti nella produzione delle endorfine, dunque agiscono anche sull’umore. Si mantengono in equilibrio consumando cibi ricchi di vitamina B6, come spinaci e piselli.

Testosterone.

Nella donna è secreto principalmente dalla corteccia surrenale. Regola l’attività dell’apparato genitale, la lubrificazione vaginale e il desiderio sessuale. Si avvantaggia con un maggiore introito di aminoacidi, quindi da un lieve aumento della dieta a favore delle proteine.

Un “cuore matto”? Caccia agli ormoni “batticuore”

Il cuore e il suo ritmo risentono dell’azione degli ormoni, in particolare di quelli tiroidei che, in eccesso (ipertiroidismo) possono dare frequenti episodi di tachicardia. «Ma, a provocare i “batticuore” possono essere anche bassi livelli di progesterone: in questo caso, gli attacchi possono essere più frequenti nella seconda parte del ciclo mestruale, quando fisiologicamente dovrebbe aumentare la produzione di questo ormone. Infine, l’adrenalina, l’ormone secreto dal nostro organismo per reagire allo stress: quando è eccessiva può dare anche episodi di tachicardia, oltre ad ansia, nervosismo, sudorazione anomala e abbondante», dice Polimeni. I cibi che aiutano a mantenere in equilibrio questo pool di ormoni sono quelli particolarmente ricchi di magnesio come la frutta secca.

Da leggere:

Pregnenolone:l'ormone naturale che rallenta l'invecchiamento,di A Polimeni,Tecn.Nuove
La dieta ormonale, di T. Hertoghe e M. Enrico, Sperling & Kupfer;




CLAUDIA BORTOLATO
12 Agosto 2008